Uno degli aspetti che vengono maggiormente trascurati da parte dei lavoratori ma che, in realtà, si dimostra essere determinante per mantenere alto sia il livello di concentrazione che i propri risultati nel lavoro, riguarda il sonno. Recenti risultati di una ricerca scientifica, hanno messo in evidenza una diretta correlazione tra le capacità di leadership e la salute organizzativa. Ma quanto conta dormire bene per lavorare meglio?
L'atteggiamento di un leader nei confronti dei propri collaboratori è determinante per il raggiungimento dei risultati. Ma anche per la creazione di un ambiente di lavoro che sia il più possibile coinvolgente e stimolante.
La capacità di svolgere le proprie mansioni avendo un forte orientamento al risultato finale, è la diretta conseguenza di un’ottima salute mentale e psicofisica. Ma non solo. Questo vale anche per il problem solving, le attività di leadership, l'ideazione di nuovi progetti e la capacità di tenere il team motivato.
Svolgere le proprie mansioni di leader ed eccellere ogni giorno di più nel proprio settore sono due obiettivi che sarebbe davvero impossibile raggiungere se, alla base, non si dà la giusta importanza al riposo. Una persona che ha passato la notte in bianco o che è talmente concentrata nel proprio lavoro da non dedicare il giusto tempo al riposo mentale, risulterà essere giorno dopo giorno sempre più nervosa. Ma non solo. Anche la sua capacità di ragionare in modo obiettivo, lucido e propositivo andrà a scemare nel corso del tempo. E, ne consegue così un crollo in termini di performance.
Una volta che si è capito come la qualità del sonno possa incidere positivamente nelle prestazioni dei propri lavoratori, un'azienda sarà incentivata il più possibile ad assicurare ai propri dipendenti una buona qualità del riposo. Ma come?
La risposta a questa domanda non è così semplice come si potrebbe pensare. Alcune recenti ricerche avrebbero dimostrato che negli ultimi anni le persone hanno perso circa 90 minuti di sonno al giorno.
Nazioni come Stati Uniti e Australia hanno già iniziato a correre ai ripari, affrontando questo problema anche a livello politico, prima che la situazione diventi insostenibile sia in termini di lavoro, che in termini di salute della comunità. In Europa, però, la situazione a riguardo è ancora molto indietro. E non sempre le persone sono informate a riguardo. Il primo passo da parte delle aziende è sicuramente quello di garantire i giorni di riposo previsti dal CCNL, così come assegnare i permessi ai dipendenti quando richiesti. Anche la creazione di un ambiente lavorativo sereno e salutare sono sicuramente un punto a cui i datori di lavoro dovrebbero iniziare a dare la giusta importanza.
Accade con una certa frequenza di sentire dei manager che parlano di quanto poco dormano durante la notte. Eppure, non esiste comportamento più sbagliato. Può capitare, infatti, di passare una notte in bianco. Così come di andare a letto tardi per portare a termine i progetti a scadenza. Ma questo modus operandi non deve assolutamente diventare un'abitudine. Anzi. Chi ragiona in questi termini, si basa su un vecchio retaggio per cui una maggiore quantità di ore trascorse al lavoro può portare maggiori risultati. Tuttavia, sono molte le ricerche che dimostrano che, in mancanza del giusto riposo, le nostre prestazioni tendono a calare vertiginosamente.
Tra i personaggi famosi che di recente hanno parlato dell'importanza del sonno, non possiamo che citare Cristiano Ronaldo. Il calciatore, famoso in tutto il mondo, ha dichiarato di avere a disposizione uno sleep coach personale, che lo aiuta a monitorare i propri cicli del sonno in base al riposo mentale e fisico di cui necessita.
Eppure, sono molte le professioni che richiederebbero un'adeguata importanza al sonno. Basti pensare, ad esempio, ai piloti di aerei. Cosa succederebbe, infatti, se una persona che si mette al comando di un velivolo lo facesse in modo distratto? Magari con diverse ore arretrate di sonno alle spalle ?
I colpi di sonno sono una delle cause degli incidenti sul lavoro in itinere. Quante volte ti sarà capitato di leggere nel giornale di un incidente automobilistico in cui alla guida c'era un persona che si stava recando al lavoro o aveva appena finito il proprio turno? Questi colpi di sonno, oltre a mettere in pericolo la vita delle persone alla guida, potrebbero trasformarsi in un problema anche nel luogo di lavoro. Prova ad immaginare, ad esempio, a tutte quelle volte in cui si presenzia ad una riunione e non si è abbastanza lucidi per capire ciò che l'interlocutore sta dicendo.
Qualche anno fa è emerso che nella sola città di Milano venivano vendute più di 100 pastiglie al minuto per combattere l'insonnia. Molte persone credono che l’incapacità di dormire e i disturbi del sonno siano strettamente correlati. Eppure, i fenomeni che potrebbero provocare un’alterazione del riposo sono diversi.
È proprio per questo motivo che sarebbe opportuno da parte delle aziende istituire delle campagne di screening mirate ai propri dipendenti per valutare gli effettivi livelli del sonno. Magari facendo intervenire anche il medico del lavoro. Negli Stati Uniti è stata introdotta all'interno delle aziende la figura dello Sleep Manager, ossia colui che si occupa del sonno dei dipendenti. Il suo compito è quello di fare informazione specifica sul tema del riposo e di offrire supporto a chi chiede dei consigli per gestire al meglio il problema. Una particolare attenzione, inoltre, dovrebbe essere data a i turnisti e a tutti coloro che svolgono il proprio impiego durante le ore notturne della giornata. Svolgere il proprio lavoro di notte, infatti, non è qualcosa a cui il nostro corpo è abituato. Ne consegue, quindi, che categorie che lavorano di notte debbano essere maggiormente tutelate e ad esse debba essere garantito un adeguato periodo di riposo.
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