Partiamo facendo un breve passo indietro.
Nel passato, le aziende per trovare dei candidati per i ruoli aperti pubblicavano offerte di lavoro, piuttosto che bandi di concorso a cui i potenziali collaboratori rispondevano inviando il proprio curriculum. Qualora uno o più di essi risultassero idonei alla ricerca dell'azienda, si procedeva con il contattare le potenziali risorse ed organizzare un primo colloquio conoscitivo.
Questo procedimento di reclutamento, tuttavia, risultava lungo e dispendioso. Sia in termini di tempo che di risorse utilizzate. Molto spesso, inoltre, il rischio era quello di avere un margine di errore molto ampio. E la scelta si rivelava errata, sia nel breve periodo che dopo il periodo di formazione. Questo portava le aziende ad avere una perdita di investimenti in candidati sbagliati. Con la conseguente necessità di dover ripetere infinite volte questo iteri fino al raggiungimento di un risultato valido. O, nei casi peggiori, di essere convogliati nella scelta di risorse non adatte alla figura proposta, a causa di scarsi fondi o da tempi ristretti.
Negli ultimi anni, invece, grazie anche all'avvento di internet e dei social network, è nata la figura del social media recruiting specialist. Ma chi è questo professionista? Quali sono le sue mansioni e di cosa si occupa?
Questo professionista è un reclutatore che si è specializzato nel setacciare i social media quali LinkedIn, Facebook, Twitter o Instagram sfruttando l'immediatezza e la popolarità. Il suo obiettivo principale è quello di individuare il candidato ideale da inserire all'interno dello staff di un'azienda.
Dal 2000 le potenzialità del web hanno dato modo alle aziende di aggiornare i propri metodi di ricerca del personale. Si è passati, così, dai curriculum cartacei a quelli digitali. Ad agevolare il processo di selezione, intervengono i social media, creando un ponte di comunicazione che permette alle aziende, ma anche ai possibili collaboratori, di conoscersi prima e poter avere una prima scrematura delle candidature. Questa metodologia si è diffusa a macchia d’olio nel corso degli ultimi anni. E, ormai, il 99% delle aziende, secondo un recente report, possiede profili social su Facebook, il 63% su LinkedIn ed il 77% su Instagram.
Esistono, grazie al social recruiting, una serie di vantaggi legati alla ricerca del personale. Il primo è sicuramente quello di avere una persona in costante controllo delle piattaforme e con un'attenzione clinica su curriculum e profili di potenziali risorse, pronto a scovare il candidato ideale per la posizione aperta.
D’altro canto, chi è alla ricerca di un impiego (si suppone) non se ne stia fermo. Ma, anzi, è sempre in movimento e, quindi, al setaccio dei social media per trovare il lavoro che più gli si adatta. E’ così che avviene un constante aggiornamento dei propri profili professionali.
Altro discorso riguarda i profili passivi, ossia quelli di professionisti che al momento non sono alla ricerca di un lavoro, ma che per varie ragioni potrebbero essere interessati ad un cambio professionale. E che, con la giusta proposta, potrebbero entrare nell’organico dell’azienda che ha commissionato la ricerca.
Solo fino a vent’anni fa i reclutatori erano obbligati a visionare i curriculum e contattare per un colloquio i candidati ora, grazie ai social media recruiting specialist, questo interim si è notevolmente accorciato.
Non solo perché, come detto, queste figure scovano già i candidati scremando quelli non idonei e, magari, andando a trovarne altri che non erano alla ricerca di quella determinata occupazione. Ma anche perché fungono da intermediari tra i recruiter ed i candidati. E, in questo modo, le aziende possono risparmiare tempo e denaro utili alla formazione di nuovi collaboratori.
Nel corso dei precedenti paragrafi abbiamo parlato delle varie opportunità che questa figura ha giovato in termini di risparmio di tempo e di denaro alle aziende in cerca di figure da inserire nel loro organico. Ma proviamo ora a concentrarci su come un possibile candidato possa utilizzare al meglio i propri dati per catturare l’attenzione di un social media recruiting specialist.
Il primo passo dev’essere quello di una presenza costante nei social. Ovviamente, con informazioni sempre aggiornate ed attendibili. Provate a pensare a voi stessi come ad un’azienda. E, quindi, iniziate ad agire come farebbe una società alla ricerca di personale. A tal proposito ti consigliamo di non basare la tua strategia su un unico messaggio o post, ma piuttosto di creare una forte attività sui social. Cercare di comunicare con le aziende e creare legami su gruppi di discussione può essere di grande aiuto. Farsi notare aiuterà la tua visibilità nei confronti dei social media recruiting specialist e dell’azienda con cui vorresti collaborare.
La piattaforma social che viene maggiormente utilizzata dai social media recruiting specialist è Facebook, utile alle aziende alla ricerca di nuovi clienti tramite le interazioni con la propria pagina. Tramite questo canale si ha la possibilità di comunicazione tra utenti e brand.
Generalmente a capo della pagina aziendale c’è un social media manager incaricato di annunci per la ricerca del personale che fornisce una descrizione dettagliata dei posti vacanti ed i requisiti richiesti per gli stessi. Questa figura si occupa, inoltre, della creazione di piani editoriali dinamici e dal forte interesse per mantenere alta l'attenzione dei visitatori. Anche nel lungo termine.
L’altra piattaforma molto nota e di comune utilizzo in questi casi è Linkedin. Questa è molto più incentrata nel mondo del lavoro, sia per chi è in cerca di personale che per gli utenti in cerca di lavoro. L’incontro tra domanda e offerta, quindi, permette di creare molteplici opportunità professionali. Attivo in oltre 200 paesi, a gennaio 2009 calcolava circa 30 milioni di utenti, con una crescita esponenziale che l'ha portato al 2021 ad avere 630 milioni di iscritti. Di cui 16 milioni solo in Italia.
Esistono delle strategie specifiche per ogni social che consentono di migliorare la propria posizione ed avere più possibilità di essere contattati. Senza tralasciare l'opportunità che ogni piattaforma fornisce ai propri utenti di creare inserzioni e pubblicarle gratuitamente. O di avere post sponsorizzati che diano la possibilità di miglior visibilità.
Il nostro consiglio, in questi casi, è quello di studiare a fondo le dinamiche di ogni social. E, una volta appresa la tipologia di contenuti più idonea per la piattaforma, strutturare post, reel o storie in linea con il trend. In questo modo, potrai farti conoscere in modo organico e senza rischiare forzature che potrebbero, altrimenti, rischiare di farti perdere delle opportunità lavorative ancora prima di riceverle.
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