Ricerca attiva del lavoro: come creare un piano strategico

Al giorno d’oggi la ricerca di un nuovo impiego è già di per sé un lavoro. Benché il mercato  possa essere aperto al vostro grande debutto, bisogna presentarsi con l’abito e i modi  appropriati. Proprio come se foste al gran ballo. Informazione, studio e dedizione sono solo  alcune delle peculiarità da adottare per una ricerca attiva del lavoro. Ma come creare un  piano strategico utile a farvi notare e a darvi delle chance per ottenere il posto di lavoro che  desiderate?  

Per creare una base da cui partire potremmo cominciare a prendere carta e penna e  segnare dei punti fondamentali su cui basarsi per la propria strategia. Ovviamente, la  creazione di un piano operativo esige tempo ed attenzione al dettaglio. Ma scopriamo insieme quali potrebbero essere alcuni punti su cui focalizzare la vostra creazione di un  piano di sicuro successo.  

La creazione del proprio CV  

Il primo step è sicuramente quello di creare un curriculum che sia assolutamente veritiero. E  che crei nel lettore il desiderio di conoscere la persona fisica che rappresenta. Questo  documento deve essere accattivante e fornire informazioni utili sulla vostra esperienza. Ma  deve essere anche scritto in modo tale da lasciare quell’alone di curiosità che invogli a porvi  domande, che sia in grado di farvi risplendere ma, allo stesso tempo, che vi metta in  discussione.  

Non dobbiamo dimenticare, infatti, che il curriculum deve rappresentare, per il possibile  recruiter, una sorta di indizio della vostra volontà di crescita e non crei un limite alla vostra  curva di apprendimento. Questo è un aspetto da non trascurare, perché sono molte le  aziende che cercano dei collaboratori affamati di conoscenza e alla ricerca di continuo  miglioramento.  

Lo sviluppo del proprio personal branding  

Una volta che avete creato il vostro CV vincente, è necessario occuparsi del proprio  personal branding. Ma che cos’è questo termine così ricercato?  

Semplice, è l’insieme di strategie che si utilizzano per promuovere la propria persona. E,  sostanzialmente, è fare marketing su sé stessi. Funziona esattamente come per un prodotto o, meglio ancora, per un brand. E, per spiegarvela al meglio, utilizziamo la definizione che  piace molto a Jeff Bezos: “Quello che dice la gente quando esci dalla stanza”.  

Il personal branding è la massima espressione di ciò si è. Quando l’immagine che si ha di sé  e quella che si vuole far imprimere nei pubblico arrivano a sovrapporsi, sarà allora che  questa missione sarà raggiunta.  

L’importanza dell’analisi dei punti di forza e di debolezza  

Per realizzare una buona campagna di personal branding serve stilare una dettagliata analisi di sé stessi, in cui si prendono in esame i difetti (che ci daranno modo di migliorarci), i punti deboli su cui lavorare per la propria crescita, le  attitudini, i valori e le competenze per una ricerca più mirata alle vostre caratteristiche. E, soprattutto, i punti di forza che saranno la vostra prima arma da poter usare per farvi notare  dai recruiter. Ultimi, ma non per questo meno importanti, le risorse e il tempo a disposizione  per potersi dare un termine.  

Non dimenticate che l’autoanalisi non vi serve solo per creare un report su voi stessi, ma  anche per capire al meglio a quale occupazione aspirate. E in quale settore sia meglio  mettere il focus.  

L’utilizzo dei social network  

Da prendere successivamente in considerazione per il vostro personal branding saranno i  social network. Al giorno d’oggi queste piattaforme di condivisione forniscono al recruiter già  una prima immagine di noi. E questo può darvi un boost per emergere rispetto agli altri  candidati. O, in caso contrario, eliminarvi dalla lista dei prescelti per il colloquio conoscitivo.  

Nel mondo in cui viviamo, i social rappresentano già lo specchio di noi. E al giorno d’oggi,  nel mercato del lavoro, ormai, i recruiter si affidano sempre più spesso alla selezione dei  candidati tramite il web, perché li aiuta a fare una prima scrematura delle candidature.  

Partendo da questo presupposto, il modo migliore di agire consiste nell’organizzare al  meglio anche i vostri social creando liste di amici, parenti e/o conoscenti che siano  autorizzati a vedere un certo tipo di contenuti a cui, persone estranee, non possono  accedere. Questo vi darà modo di risultare più professionali e riservati e, di conseguenza,  rendervi più appetibili per un certo tipo di categorie di aziende. Ma, allo stesso tempo, vi darà anche modo di rendere più sicure informazioni personali e quindi non alla mercé di  malintenzionati.  

Fare un’indagine di mercato  

Se siete arrivati a questo punto del vostro percorso di creazione di un piano strategico per la ricerca attiva del lavoro allora il prossimo step utile sarà quello di fare un’indagine sul  mercato a cui aspirate entrare. Questa analisi vi servirà per comprendere meglio i bisogni  delle aziende, capire con quali mercati interagiscono e quali sono i progetti su cui sono  orientate per il futuro.  

In questo modo, avrete l’opportunità di inserirvi in campi sempre in evoluzione e, di  conseguenza, aumenterà la rosa di figure professionali a cui siete più affini e su cui puntare.  Eliminerete, così, talune realtà che non rientrano in queste specifiche e vi risulterà più  semplice individuare e proporre la vostra candidatura a quelle con cui avrete più chance.  

La ricerca mirata di un impiego  

Ed ecco che torniamo nei canali social. Se come anticipato in precedenza i vari reclutatori o  Head Hunter si affidano sempre più spesso alle piattaforme di condivisione, anche voi potete  utilizzarli per affinare le vostre ricerche per la ricerca attiva del lavoro.  

In alternativa esistono siti specifici per la ricerca del lavoro. Il più conosciuto a cui potersi  affidare è sicuramente LinkedIn. Tuttavia, vi consigliamo di non sottovalutare anche siti di  discussione o forum di nicchia, in cui una frase detta nel momento giusto e ai giusti  interlocutori può darvi opportunità nuove, magari insperate, per aziende a cui avete  rinunciato a mandare la vostra candidatura perché non vi credevate all’altezza dei ruoli  vacanti.  

In ultima, siate propositivi ed utilizzate le autocandidature anche quando, nell’azienda a cui  mirate avere un posto, non ne esistono di liberi in quel determinato momento, Perché,  sebbene si creda che in questo caso la candidatura verrebbe cestinata, molto spesso è in  questo frangente che l’azienda ( e nello specifico il reclutatore) ha più tranquillità e meno  pressione nella ricerca di nuove figure. Questo accade soprattutto nelle aziende in grande  espansione o in evoluzione. E, quindi, in entrambi i casi è prevista una ricerca di nuovi  professionisti e di inattese collaborazioni da quelle già presenti in organico.  

L’opportunità ed il posto di lavoro adatto a voi probabilmente vi sta già chiamando a gran  voce. E se anche così non fosse, sta a voi creare la situazione perché ciò avvenga.  Costanza e perseveranza daranno i frutti più belli e maturi che desiderate. E’ un vostro compito quello di rimboccarvi le maniche e darvi la soddisfazione che cercate nel mercato che ambite. Siete pronti ad avviare la vostra strategia di ricerca attiva del lavoro? 

Pubblicato il 21 novembre 2022 in Orientamento Lavoro da Lorenzo Nincheri

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