Cosa desiderano i giovani che cercano lavoro?
È fondamentale per le aziende al giorno d'oggi riuscire a capire quali siano gli obiettivi e le ambizioni delle nuove generazioni che si approcciano per la prima volta al mondo del lavoro. Ma anche identificare quali siano i progetti di chi ha già un impiego. È solo in questo modo, infatti, che le società riusciranno a creare dei percorsi formativi e professionali ad hoc che permettano di reclutare candidati in linea con le proprie mission aziendali. Ed evitare il fenomeno sempre più costante del turn over di massa da parte dei dipendenti.
Quali sono, quindi, gli aspetti che vengono ricercati dalle nuove generazioni che si approcciano al mondo del lavoro? Quali gli obiettivi che i giovani si fissano per decidere se investire il proprio tempo e le proprie energie all'interno di uno specifico luogo di lavoro? Scopriamolo insieme nel corso dei prossimi paragrafi.
Questo termine ha iniziato a diffondersi con sempre maggiore frequenza in seguito alla pandemia. Se prima il luogo di lavoro veniva visto come qualcosa di statico, ripetitivo e, molto spesso, pure noioso, sono sempre di più le persone che, in seguito all'introduzione di nuove forme lavorative come lo smart working, sono alla ricerca di aziende in grado di proporre dei contratti flessibili. Sia in termini di orario di lavoro, che in termini di location dove svolgere il proprio impiego.
Basta, quindi, a interminabili code nel traffico per raggiungere l'ufficio. E basta anche con orari di lavoro fissi scanditi dalla timbratura di un cartellino. Le nuove generazioni si approcciano sempre più volentieri ad un concetto di remote working da svolgere in qualsiasi parte del mondo e a degli orari che riescono a conciliare al meglio la work life balance.
Se fino a qualche tempo fa i lavoratori erano alla spasmodica ricerca di un'azienda in cui venire assunti a contratto a tempo indeterminato e dove svolgere le proprie mansioni in attesa dell'arrivo della pensione, le cose al giorno d'oggi sembrano essere molto cambiate. Uno dei fattori determinanti che spingono o meno l'ago della bilancia sulla scelta di un impiego da parte del candidato riguarda le opportunità di sviluppo e di crescita personale.
Le nuove generazioni hanno dimostrato di avere la volontà di crescere, di darsi da fare, di apprendere nuove nozioni e competenze.
Non considerano minimamente ammissibile l'idea di trascorrere il resto della propria vita facendo un lavoro che non permetta loro di esprimere le proprie competenze. Né tanto meno di crescere professionalmente.
Un'azienda che dimostra di non lasciare spazio ad un potenziale avanzamento di carriera o all'opportunità di apprendere nuove mansioni, si ritroverà ad avere un costante turn-over di personale. E questo ne risentirà particolarmente in termini di engagement.
Le nuove generazioni dimostrano ogni giorno di avere a cuore questo pianeta. E questa attenzione nei confronti della sostenibilità si evidenzia anche nel momento in cui devono decidere se iniziare a lavorare o meno presto un'azienda che offre loro un impiego. Una società che svolge le proprie attività senza porre un minimo di attenzione nei confronti dell’ambiente e che, anzi, realizza prodotti o servizi che potrebbero in qualche modo danneggiare il nostro ecosistema, non sarà in grado di attrarre a sé i giovani. Non dimentichiamo, infatti, che questi sono gli anni che hanno dato vita alla generazione di Greta Thunberg e di fenomeni come l'impegno contro lo sfruttamento di economie emergenti e la sostenibilità in termini sociali.
I ragazzi del giorno d'oggi hanno dimostrato nel corso degli ultimi tempi la loro necessità a sentirsi parte di qualcosa di più grande. E che, magari, riesca ad avere un impatto a livello globale.
Solo le aziende che saranno in grado nel corso del futuro più prossimo di prendere una posizione netta riguardo a temi come il corporate social responsibility, saranno in grado di avere una marcia in più in termini di engagement.
Nonostante le moltissime polemiche che si sono diffuse nella rete nel corso degli ultimi mesi e che vedono i giovani come persone svogliate e poco propositive, c'è da dire che la realtà dei fatti è opposta.
Le nuove generazioni vengono spesso additate come un branco di mammoni che vuole vivere in casa con i genitori per il resto della propria vita. Ma siamo sicuri che siano davvero così le cose?
I giovani reclamano sempre di più la loro voglia di indipendenza e la loro intenzione a mettersi in gioco. Eppure, molto spesso, non riescono a raggiungere questi risultati perché il mondo del lavoro non li mette nelle condizioni di potersi sostenere economicamente da soli. Sempre più fatti di cronaca hanno dimostrato, infatti, che ci sono aziende che propongono contratti farsa, senza alcun tipo di garanzia e che sfruttano la manodopera dei propri dipendenti. E questo avviene sia nei confronti di ragazzi che hanno da poco concluso il proprio percorso di studi alle scuole medie superiori, che ad adulti laureati. È proprio per questo che le nuove generazioni sono alla ricerca di aziende che siano in grado di offrire loro uno stipendio commisurato alle ore di lavoro eseguite e alle competenze acquisite nel corso del tempo.
Nessuno mette in discussione l'importanza della gavetta. Quello che viene criticato, invece, è un sistema che prevede la proposta di contratti di lavoro senza garanzie in cui le persone vengono sottopagate in relazione alla mole di lavoro eseguita. E, se si sono acquisite delle competenze in uno specifico settore, è giusto che vengano riconosciute.
Alla base di ogni tipo di relazione, sia essa personale o professionale, deve esserci il rispetto. E questo è uno degli aspetti che richiedono a gran voce i giovani che cercano lavoro. Avere a che fare con un'azienda che, una volta superato il momento dell’assunzione, li getta nella mischia senza preoccuparsi minimamente di inserirli in modo adeguato all'interno dello staff già presente in azienda o che non è in grado di ascoltare le loro necessità, sono condizioni a cui nuovi lavoratori non vogliono più sottostare. Stesso discorso vale per le tutele nei confronti di chi ha figli o famiglia. In seguito alla pandemia sono stati moltissimi i lavoratori che hanno deciso di cambiare la propria prospettiva per quel che riguarda il mondo del lavoro. Le persone non sono più disposte a rinunciare alla propria vita personale per dedicarsi interamente al lavoro. Un'azienda che è convinta che i propri dipendenti debbano vivere solo ed esclusivamente per il lavoro, è destinata a continui turnover di personale.
Pubblicato il 20 marzo 2023 in Orientamento Lavoro da Lorenzo NincheriNegli ultimi tempi il modo di concepire il lavoro è cambiato drasticamente. Se fino a qualche anno fa il svolgere la propria professione era sinonimo di dedicare gran parte della propria giornata all'interno del luogo di lavoro e destinare la maggior parte delle proprie...
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