Cos'è l'Envisioning e come usarlo per autorealizzarsi professionalmente

Il termine envisioning è poco usato e sono in molti a non conoscerlo. Deriva dal verbo inglese “to envision” che significa esprimere, attraverso un'immagine vivida, il concepimento  di una situazione realizzabile nel futuro. Adottando un’accezione più ampia del termine, si  può utilizzare questa parola per esprimere una visione più lungimirante di qualcosa che ci  tocca da vicino, come un progetto lavorativo o un percorso scolastico intrapreso. 

L’envisioning può diventare un vero e proprio talento nel momento in cui, questa capacità di  vedere oltre, si riflette nella nostra autorealizzazione. E ci aiuta a creare delle nuove  opportunità. Diciamo pure che diventa fondamentale nel momento in cui viene associata alla  ricerca di nuovi sbocchi professionali o percorsi di studio.  

Ma capiamo nel dettaglio di cosa si tratta e come usarlo per auto-realizzarsi  professionalmente.  

Che cos’è l’Envisioning?  

Si potrebbe quasi parlare di un percorso orientativo che ci porti ad immaginare un futuro  come “mondo delle possibilità”, dove sia possibile sviluppare la nostra trasformazione da  compiere e dove esiste già il nostro cambiamento da attuare.  

La comprensione di ciò che è accaduto nel passato del percorso che abbiamo già intrapreso  è fondamentale per mettere le basi per il proprio futuro. Bisogna cercare di trovare un senso  al nostro trascorso provando a capire se il tragitto fatto fino ad ora, dal percorso formativo alle esperienze lavorative, abbiano un loro significato. E,  magari, che possano addirittura contenere una correlazione che ci porti ad una realizzazione  personale.  

Non dobbiamo dimenticare che è indispensabile, in questa fase, individuare quale sia la  giusta strada da percorrere. Passato, presente e futuro devono essere correlati da un fil rouge, altrimenti sarà difficile ottenere il successo tanto sperato.  

Analizzare il proprio passato ci dà anche la possibilità di affrontare gli insuccessi e le  delusioni avute, portandoci ad esaminare i motivi che hanno reso possibile il formarsi di  certe situazioni. In questo modo, ci risulterà ancora più semplice creare le basi per orientarci verso un cambiamento utile alla nostra crescita personale.  

Quali soft skills adottare?  

Per attivare un percorso di envisioning nel modo corretto, è indispensabile dare la giusta importanza alle reti sociali e alla tue capacità di usare le strategie di apprendimento per correggere al meglio i tuoi comportamenti. Ma che ti aiutino anche a sviluppare le tue abilità di comunicazione.  

Di queste soft skill, sono fondamentali per adottare le giuste tecniche di envisioning  l’empatia, la comunicazione di gruppo e l’assertività. Ma anche la razionalità e l’intelligenza  emotiva che, con il giusto equilibrio, aiutano a stabilire relazioni durature. 

Come il presente può aiutarci a prendere visione del futuro?  

Ora che siamo più consci del nostro passato ed abbiamo compreso meglio quali siano le  soft skill che ci possono aiutare a migliorare la nostra rete sociale, serve radicare il presente.  Capire bene il momento che si sta vivendo nel quotidiano e coglierne tutti i frutti è  importantissimo. Così come adoperarsi per arrivare a raggiungere i propri obiettivi nel breve  tempo per poi focalizzarsi sul futuro.  

Fatto ciò, sarà solo attraverso l’envisioning che avremo la capacità di immaginare il futuro.  Come sarà? Chi avremo al nostro fianco? Quali sono i bisogni di cui necessitiamo per  realizzarlo? Quali sono le sfide che dovremo affrontare? Quali gli obiettivi a cui aspiriamo?  Questo processo di crescita personale improntata alla visualizzazione del proprio futuro  passa per l'auto-realizzazione. Ossia quel percorso che ci consente di raggiungere un  equilibrio personale ed interpersonale. Ma anche di evidenziare le nostre potenzialità  inespresse. In questo modo, l’individuo è considerato parte integrante della società e non  un’entità isolata.  

Per ottenere questo equilibrio psico-emotivo si presuppone che l'individuo abbia un  coinvolgimento intellettivo e trascenda il più semplice soddisfacimento emotivo dovuto per lo  più alla ricerca compulsiva di beni materiali e pulsioni istintuali. Anzi. Diciamo pure che il  raggiungimento della propria pace interiore viene in molti casi considerato l’unico metodo  per la conquista della felicità.  

Quale mindset per uscire dalla comfort zone?  

La coerenza è il punto di partenza principale per uscire dalla propria comfort zone, ossia  quella sfera di abitudini e di comportamenti ripetitivi quotidiani che danno vita ad un percorso  razionale e logico in cui la mente domina l’istinto.  

Il mindset che più contraddistingue un individuo orientato all’auto-realizzazione consiste in  un'apertura mentale e una forte capacità di adattamento alle novità. Anche in maniera  creativa. Ma, soprattutto, di un'elevata consapevolezza dei propri limiti. E, quindi, di sé  stessi.  

In Psicologia l’auto-realizzazione è messa al vertice della piramide dei bisogni. Ma è anche  appurato che il termine bisogno sia direttamente correlato a quello di mancanza. Questi due  concetti si accompagnano generalmente dalla tensione e dal disagio. Tuttavia, se queste  pulsioni vengono correttamente indirizzate, possono portare quel giusto grado di  motivazione determinante nel compiere azioni finalizzate all’auto-realizzazione.  

La piramide dei bisogni di Maslow  

In questa analisi dei bisogni delle persone lo psicologo statunitense Abraham Maslow ha  creato una piramide in cui al vertice ha messo appunto l’ auto-realizzazione. Gli strati  sottostanti, tuttavia, sono rappresentati da altri bisogni posizionati in modo gerarchico e  improntati al raggiungimento dell’apice.  

Dai più logici come i bisogni fisiologici (che comprendono azioni quali respirare, nutrirsi o  dormire cioè atti alla sopravvivenza) ai bisogni di sicurezza (che ci permettono di evitare  situazioni ostili e di sopravvivere alle avversità). Vengono poi i bisogni di appartenenza,  collegati ai sentimenti ed alle relazioni amorose, di amicizia e parentali.  Penultimo, ma non meno importante, il bisogno di stima che concerne i riconoscimenti al  raggiungimento dei propri ideali e delle azioni compiute. Al vertice della piramide spicca infine, l’ auto-realizzazione. Ossia il valore supremo che Maslow attribuiva come mezzo per il raggiungimento della felicità.  

Al contrario, la mancanza di acquisizione di questi obiettivi porta l'individuo a sviluppare un  senso di fallimento e sensi di colpa seguiti da frustrazione e inadeguatezza. Sentimenti che  sfociano, inevitabilmente, nell’infelicità.  

L’individualità come valore supremo nell’envisioning  

Ciò che emerge come conseguenza della teoria di Envisioning è l’immagine che  l’individualità rimane un valore supremo. E, di conseguenza, si deduce che il benessere  personale non sia associato alla società o a quel che essa si aspetta dall’individuo.  Non dimentichiamo che il vertice della piramide (ossia l’ auto-realizzazione) non deve essere  considerato il fine ma il cammino per una nuova vita. Deve essere visto, piuttosto, come  un’opportunità per darsi modo di migliorare giorno dopo giorno, creando una connessione  interiore e profonda con sé stessi e con le proprie esigenze. E trovando un equilibrio tra l’io  ideale e l'io reale. La pianificazione, assieme alla costanza, servono sicuramente per  raggiungere il proprio obiettivo e per dar modo all'individuo di aver ben chiaro il fine da  raggiungere. In questo modo si crea una sensazione di sicurezza che aiuta la propria  autostima. E che serve, in caso di insuccessi, a darci modo di non abbattersi. Ma piuttosto di  riprendere il percorso stabilito modificando i percorsi da intraprendere. 

Pubblicato il 19 dicembre 2022 in Consigli posto di lavoro da Lorenzo Nincheri

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